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"Fermare il mondo della cultura e dello spettacolo equivale ad un omicidio"

21-10-2020 07:00

redazione

Cronaca, Cultura&Spettacolo, Protagonisti, spettacolo, dimitri tosi, mago dimis,

"Fermare il mondo della cultura e dello spettacolo equivale ad un omicidio"

La Cultura e l'educazione al Bello sono importanti quanto il cibo quotidiano

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La Cultura e l'educazione al Bello sono importanti quanto il cibo quotidiano. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. Teatro, cinema, musei e letteratura nutrono lo Spirito e fanno di noi persone migliori.
Pensare di mettere tutto in pausa è folle. Le richieste da parte di tanti esponenti del mondo dello spettacolo non mancano, ne abbiamo parlato in diretta alla scorsa puntata di SudStyle Talk con alcuni di loro.

Oggi arriva un altro contributo, quello di Dimitri Tosi, in arte Mago Dimis, che si fa portavoce del comparto spettacolo e animazione. Con una lunga e accorata lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiede di non abbassare la guardia e di non lasciare indietro gli operatori dello spettacolo che non sono certo figli di un dio minore.

 

La lettera, oltre che essere satta pubblicata sui suoi canali social è stata inviata via pec al Capo del Governo: mezzi istituzionali per una richiesta istituzionale.

 

Ecco il testo integrale della missiva:

 

 

Signor Presidente Conte,

sono, un artista catanese, un prestigiatore.
Il mio compito, la mia missione, è stupire e divertire i miei spettatori.
Nei miei 20 anni di carriera ho visto passare diverse generazioni di bambini, ragazzi e giovani, e adulti che adesso hanno bambini.


Ho regalato sogni e, anche se solo per il tempo del mio spettacolo, ho fatto dimenticare ciò che di brutto nella vita li attanagliava.

Durante il lockdown sono stato tra gli artisti che ha fatto più dirette di intrattenimento per bambini e famiglie (oltre 150).
Oggi mi ritrovo nuovamente con un futuro minato, incerto.


Fino ad oggi ho diviso il mio tempo tra spettacoli e volontariato (spessissimo attraverso spettacoli in quartieri difficili e ospedali).
Le scrivo perché la mia categoria, quella degli artisti, non va considerata una categoria di semplice svago, ma una categoria essenziale per la crescita sana di una persona.
Sì, non solo dei bambini, ma delle persone, tutte.

 

Lo stupore è stimolo, lo stimolo è crescita!
In questo periodo di forti limitazioni è importante far vivere la magia a quante più persone possibile. Serve ai più piccoli e serve alle famiglie.
Ma serve più di tutti a noi artisti e prestigiatori.
La magia è arte e passione e in questo periodo di restrizioni, anche noi ci sentiamo meno magici.
Ma non lo siamo!

 

 

La Sicilia, nel mio caso, ma l'Italia nel caso dei tanti colleghi dei quali mi faccio oggi portavoce, ce lo chiede perché ha bisogno di noi!
Sì, ha bisogno di sognare, di dimenticare. Ha bisogno di stupore, di stupirsi ancora una volta.
Non dimentichi che l'Arte, è il Bello e il Bello dà colore e sapore alla vita.

Non dimentichi che dietro ogni spettacolo c'è una macchina organizzativa composta da decine di persone oltre l'artista. E dietro ognuna di queste persone c'è una famiglia.

Non dimentichi che l'indotto delle varie arti di spettacolo, tra cui cantanti, attori, artisti di strada, musicisti muove ogni anno un grande fetta della nostra economia. Ma non parlo solo di soldi: parlo di sogni, speranze, amori, e persino crescita.

Signor Presidente Conte,
la mia vuole essere solo una voce, che tra tante voci, le arrivi all'orecchio e stimoli un sentimento di curiosità e di riscoperta dello stupore.

So che in questo momento non ha tempo da perdere in sciocchezze, ed è proprio per questo che di sciocchezze non ne voglio parlare.

Le parlo del futuro della nostra Terra e di quanto il bello può aiutarla.

Abbiamo bisogno di cultura e di spettacolo. Un nuovo blocco dei teatri e dei cinema equivarrebbe ad un omicidio.

A morire sarebbe un settore che già adesso fa fatica ad andare avanti. Fare cultura e spettacolo non è un hobby: è un mestiere e una missione.


Le regole ci sono e le assicuro che cerchiamo di essere quanto più ligi possibile: non metteremmo mai in pericolo il nostro pubblico né il nostro staff. Anche se decifrare le espressioni da dietro la mascherina le assicuro che non è facile.

Noi ce la stiamo mettendo tutta: abbiamo "fame di palcoscenico" e gli italiani hanno bisogno di sperare nel futuro. 

Noi diamo sogni e speranza.

Ci consenta di continuare a farlo.

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